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  • Vetro di Murano, tradizione o innovazione?

    Ci è stato chiesto abbastanza spesso: la tradizione del vetro artigianale è iniziata a Murano?” Ebbene, la produzione vetraria nel territorio della Laguna Veneta è iniziata, almeno, 1000 anni fa in diversi luoghi delle lagune – molto prima che fosse creata la denominazione “Vetro di Murano” – ma gli artisti di Murano hanno dato uno dei maggiori contributi per rendere Venezia famosa nel mondo.

     

    Quando Murano ha iniziato a produrre vetro?

    È innegabile che un decreto della Repubblica, nel 1291, stabilì che tutte le fornaci dovessero essere trasferite a Murano, per evitare grandi incendi a Venezia, ma è altrettanto indiscutibile che gli artigiani del vetro erano già parte integrante del Economia veneziana almeno da 300 anni prima, fin dai primordi della civiltà lagunare. L’atto di donazione dell’Isola di San Giorgio ai monaci benedettini nell’anno 982 fu firmato dal testimone Domenicus Fiolarus, artigiano vetraio esperto nella realizzazione delle “fiole”, un particolare tipo di bottiglia in uso all’epoca. Se avete intenzione di fuggire dalla folla di San Marco e visitare la vicina Isola di San Giorgio – famosa per la sua architettura palladiana, la sua splendida vista dal campanile della Chiesa e, immancabilmente, il Museo “Le stanze del vetro”, dedicato al vetro contemporaneo – allora sapete fin d’ora che a Venezia niente è piazzato da qualche parte a caso.

     

    Perché visitare Murano?

    Tuttavia, se pensate di potervi innamorare dell’Arte del Vetro, non importa se siete più interessati a calici e specchi, piuttosto che a vasi e sculture, il primo passo è una visita guidata in una fornace a Murano. L’isola è ancora oggi un centro di fama mondiale e, allo stesso tempo, un prototipo medievale di un distretto industriale. Dopo 730 anni Murano riesce ancora a stupire i visitatori per la prima volta, così come i collezionisti di vetro più esigenti, grazie alla sua “natura resiliente”, ben rappresentata da tante generazioni di artisti e imprenditori che hanno dimostrato, nel corso dei secoli, di riuscire a superare crisi cicliche reinventando se stessi e il vetro, risorgendo dalle ceneri, come una fenice.

     

    Come si fa il vetro di Murano?

    Il Vetro è un’alchimia fatta di Terra (sabbia), Aria (soffiata e raffreddata), Acqua (raffreddante) e Fuoco. Per quanto riguarda gli utensili, in questo prodotto 100% artigianale non è cambiato quasi nulla: forno, tubi, tenaglie e forbici, stampini speciali, e pochi altri articoli sono ancora, più o meno, gli stessi di secoli fa. La differenza sta sempre nella mano e nella creatività dei maestri e dei loro team di lavoro, spesso in collaborazione con designer di altre discipline. La tecnologia dei forni, ovviamente, è cambiata, insieme ai componenti chimici utilizzati per i colori, come pure alcune tecniche e il design, ma gli ingredienti base sono sempre sabbia, soda, potassio, ossidi minerali vari, smalti, foglia d’oro, ecc. .

     

    Come proteggersi dal vetro falso?

    Una fornace conserverà sempre gelosamente i segreti delle sue formule. La Serenissima ha punito duramente lo spionaggio industriale e Murano è una fucina di aneddoti e storie misteriose. Oggi le strategie del Consorzio Promovetro in merito alla tutela di questo prodotto unico contro il mercato dei falsi non potrebbero essere le stesse. I maestri vetrai, fortunatamente, non sono più confinati nella loro isola. Sono liberi di viaggiare all’estero e sono sempre più coinvolti in una rete globale di scambi culturali, come testimonia una collaborazione a lungo termine tra Murano e una “città giovane” piena di artisti del vetro come Seattle.

     

    Il vetro di Murano è come la musica?

    Il vetro di Murano è ancora un’arte caratterizzata dalla incredibile manualità dei maestri vetrai che scolpendo e soffiando le masse incandescenti riescono a contatto con l’aria, e grazie ai sapienti movimenti, a realizzare le più incredibili forme. Può sembrare un paragone azzardato, ma lavorare il vetro e fare musica hanno molto in comune: il maestro vetraio ha spesso un progetto molto ben definito in testa, come uno spartito, e assistere al processo di creazione di un’opera in vetro produrrà continue emozioni diverse a chi lo crea e a chi lo guarda. Ogni “fazzoletto”, ogni singola “fiamma” di un lampadario o di un calice, nonostante appartengano ad una collezione definita, sono sempre unici e non replicabili al 100%, come in un concerto. Nel frattempo ci sono forni dove la sperimentazione e la ricerca sono al centro della produzione. In entrambi i casi il vetro veneziano può essere vissuto appieno soltanto a Murano.

     

    Cosa aspettarsi durante una visita ad una fornace?

    Il tempo relativamente breve di lavorazione artigianale ci permette di assistere e godere di una parte rilevante della produzione come fosse uno spettacolo, dalla massa incandescente quasi informe a un prodotto ben definito, prima delle fasi finali di lento raffreddamento e finitura. Ogni visita ad una fabbrica sarà come uno spettacolo diverso, a seconda dello stile della fabbrica, del maestro della fase di produzione. E’ sicuramente difficile paragonare l’arte vetraia con altre altre arti, ma il vetro ha un vasto specchio di sentimenti ed emozioni, perché è anche parte integrante della nostra vita quotidiana.

     

    Chi ha inventato il vetro trasparente?

    Ogni volta che sollevate un flute di champagne per brindare, ricordatevi che il colore del vino si vede bene perché Angelo Barovier creò il primo bicchiere trasparente intorno all’anno 1455 a Murano, dove probabilmente furono inventati anche gli occhiali da vista e da sole. Quegli anni seminali, a partire dal Rinascimento, furono una sorta di big-bang per la creazione instancabile di nuovi colori, forme e tecniche come il “calcedonio”, l’avventurina e il “lattimo” (imitazioni di marmi, quarzi e porcellane), filigrana, “incalmo”, “incamiciato”, “sommerso”, ancora oggi reinterpretate dai maestri vetrai contemporanei e apprezzato in tutto il mondo.

     

    Lorenzo Guglielmi (trad. Andrea Donà)

    foto di Andrea Donà

     

    Altri articoli della Muranologia:

    Capitolo 0: Vetro di Murano, tradizione o innovazione?

    Capitolo 1: Il glossario definitivo su Murano: Lettera M

    Capitolo 2: Muranologia – il primo glossario online su Murano: lettera A

    Capitolo 3: Muranologia – il primo glossario on-line su Murano: lettera B

    Capitolo 4: Muranologia – il primo glossario on line su murano: lettera C

    Capitolo 5: Muranologia – il primo glossario on line su Murano: Lettera C e D

    Capitolo 6: Muranologia – il primo glossario on line su Murano: Lettera E e F

     

Qual'è il senso di una visita a Murano? Perchè il vetro di Murano è così famoso?

VETRO DI MURANO, TRADIZIONE O INNOVAZIONE?

Vetro di Murano, tradizione o innovazione?

Ci è stato chiesto abbastanza spesso: la tradizione del vetro artigianale è iniziata a Murano?” Ebbene, la produzione vetraria nel territorio della Laguna Veneta è iniziata, almeno, 1000 anni fa in diversi luoghi delle lagune – molto prima che fosse creata la denominazione “Vetro di Murano” – ma gli artisti di Murano hanno dato uno dei maggiori contributi per rendere Venezia famosa nel mondo.

 

Quando Murano ha iniziato a produrre vetro?

È innegabile che un decreto della Repubblica, nel 1291, stabilì che tutte le fornaci dovessero essere trasferite a Murano, per evitare grandi incendi a Venezia, ma è altrettanto indiscutibile che gli artigiani del vetro erano già parte integrante del Economia veneziana almeno da 300 anni prima, fin dai primordi della civiltà lagunare. L’atto di donazione dell’Isola di San Giorgio ai monaci benedettini nell’anno 982 fu firmato dal testimone Domenicus Fiolarus, artigiano vetraio esperto nella realizzazione delle “fiole”, un particolare tipo di bottiglia in uso all’epoca. Se avete intenzione di fuggire dalla folla di San Marco e visitare la vicina Isola di San Giorgio – famosa per la sua architettura palladiana, la sua splendida vista dal campanile della Chiesa e, immancabilmente, il Museo “Le stanze del vetro”, dedicato al vetro contemporaneo – allora sapete fin d’ora che a Venezia niente è piazzato da qualche parte a caso.

 

Perché visitare Murano?

Tuttavia, se pensate di potervi innamorare dell’Arte del Vetro, non importa se siete più interessati a calici e specchi, piuttosto che a vasi e sculture, il primo passo è una visita guidata in una fornace a Murano. L’isola è ancora oggi un centro di fama mondiale e, allo stesso tempo, un prototipo medievale di un distretto industriale. Dopo 730 anni Murano riesce ancora a stupire i visitatori per la prima volta, così come i collezionisti di vetro più esigenti, grazie alla sua “natura resiliente”, ben rappresentata da tante generazioni di artisti e imprenditori che hanno dimostrato, nel corso dei secoli, di riuscire a superare crisi cicliche reinventando se stessi e il vetro, risorgendo dalle ceneri, come una fenice.

 

Come si fa il vetro di Murano?

Il Vetro è un’alchimia fatta di Terra (sabbia), Aria (soffiata e raffreddata), Acqua (raffreddante) e Fuoco. Per quanto riguarda gli utensili, in questo prodotto 100% artigianale non è cambiato quasi nulla: forno, tubi, tenaglie e forbici, stampini speciali, e pochi altri articoli sono ancora, più o meno, gli stessi di secoli fa. La differenza sta sempre nella mano e nella creatività dei maestri e dei loro team di lavoro, spesso in collaborazione con designer di altre discipline. La tecnologia dei forni, ovviamente, è cambiata, insieme ai componenti chimici utilizzati per i colori, come pure alcune tecniche e il design, ma gli ingredienti base sono sempre sabbia, soda, potassio, ossidi minerali vari, smalti, foglia d’oro, ecc. .

 

Come proteggersi dal vetro falso?

Una fornace conserverà sempre gelosamente i segreti delle sue formule. La Serenissima ha punito duramente lo spionaggio industriale e Murano è una fucina di aneddoti e storie misteriose. Oggi le strategie del Consorzio Promovetro in merito alla tutela di questo prodotto unico contro il mercato dei falsi non potrebbero essere le stesse. I maestri vetrai, fortunatamente, non sono più confinati nella loro isola. Sono liberi di viaggiare all’estero e sono sempre più coinvolti in una rete globale di scambi culturali, come testimonia una collaborazione a lungo termine tra Murano e una “città giovane” piena di artisti del vetro come Seattle.

 

Il vetro di Murano è come la musica?

Il vetro di Murano è ancora un’arte caratterizzata dalla incredibile manualità dei maestri vetrai che scolpendo e soffiando le masse incandescenti riescono a contatto con l’aria, e grazie ai sapienti movimenti, a realizzare le più incredibili forme. Può sembrare un paragone azzardato, ma lavorare il vetro e fare musica hanno molto in comune: il maestro vetraio ha spesso un progetto molto ben definito in testa, come uno spartito, e assistere al processo di creazione di un’opera in vetro produrrà continue emozioni diverse a chi lo crea e a chi lo guarda. Ogni “fazzoletto”, ogni singola “fiamma” di un lampadario o di un calice, nonostante appartengano ad una collezione definita, sono sempre unici e non replicabili al 100%, come in un concerto. Nel frattempo ci sono forni dove la sperimentazione e la ricerca sono al centro della produzione. In entrambi i casi il vetro veneziano può essere vissuto appieno soltanto a Murano.

 

Cosa aspettarsi durante una visita ad una fornace?

Il tempo relativamente breve di lavorazione artigianale ci permette di assistere e godere di una parte rilevante della produzione come fosse uno spettacolo, dalla massa incandescente quasi informe a un prodotto ben definito, prima delle fasi finali di lento raffreddamento e finitura. Ogni visita ad una fabbrica sarà come uno spettacolo diverso, a seconda dello stile della fabbrica, del maestro della fase di produzione. E’ sicuramente difficile paragonare l’arte vetraia con altre altre arti, ma il vetro ha un vasto specchio di sentimenti ed emozioni, perché è anche parte integrante della nostra vita quotidiana.

 

Chi ha inventato il vetro trasparente?

Ogni volta che sollevate un flute di champagne per brindare, ricordatevi che il colore del vino si vede bene perché Angelo Barovier creò il primo bicchiere trasparente intorno all’anno 1455 a Murano, dove probabilmente furono inventati anche gli occhiali da vista e da sole. Quegli anni seminali, a partire dal Rinascimento, furono una sorta di big-bang per la creazione instancabile di nuovi colori, forme e tecniche come il “calcedonio”, l’avventurina e il “lattimo” (imitazioni di marmi, quarzi e porcellane), filigrana, “incalmo”, “incamiciato”, “sommerso”, ancora oggi reinterpretate dai maestri vetrai contemporanei e apprezzato in tutto il mondo.

 

Lorenzo Guglielmi (trad. Andrea Donà)

foto di Andrea Donà

 

Altri articoli della Muranologia:

Capitolo 0: Vetro di Murano, tradizione o innovazione?

Capitolo 1: Il glossario definitivo su Murano: Lettera M

Capitolo 2: Muranologia – il primo glossario online su Murano: lettera A

Capitolo 3: Muranologia – il primo glossario on-line su Murano: lettera B

Capitolo 4: Muranologia – il primo glossario on line su murano: lettera C

Capitolo 5: Muranologia – il primo glossario on line su Murano: Lettera C e D

Capitolo 6: Muranologia – il primo glossario on line su Murano: Lettera E e F

 


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