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  • Muranologia – il primo glossario online su Murano: lettera A

    Nell’ultimo post di Muranologia abbiamo deciso di iniziare in un modo abbastanza insolito, dalla lettera “M” come Murano, Murrina e Millefiori, ecc. Avremmo dovuto continuare con la lettera “U” seguita da R – A – N – O, ma alla fine ci siamo arresi: momentaneamente non ci viene in mente nessuna parola in “U”, a causa di questo clima freddo e umido. Quindi ricominciamo dalla lettera “A”, come “ampolla”, “ambra”, “ametista”, “arsenico”, “amore”, “avventurina”, “Abate Zanetti” e tante altre parole, più o meno affini al vetro, ma per noi uno dei nomi più rappresentativi che iniziano per “A” è Angelo Barovier.

     

    Perché Angelo Barovier è un nome così importante?

    Barovier&Toso, fondata nel 1295 e unita nel 1942 all’azienda “Vetrerie F.lli Toso”, è una delle più antiche fabbriche familiari al mondo! E Angelo Barovier sarà per sempre ricordato e celebrato come uno dei geni più importanti nel suo campo. La storia dell’arte vetraria nella Laguna di Venezia ha molte pagine, ma può essere divisa, in senso lato, in due capitoli principali: Murano prima e dopo Angelo Barovier. Angelo Barovier non è altro che l’uomo che ha scoperto il modo di rendere il vetro cristallino, trasparente! Non dobbiamo dimenticare che il vetro non colorato, al tempo dei romani, ad esempio, era sempre stato più o meno verdastro o giallastro, a causa delle impurità. L’accademico Angelo Carbone descrisse Angelo Barovier come “optimum artificem cristallinorum vasorum” (il miglior artigiano in un vaso cristallino). Accadde intorno all’anno 1450. Nel 1455 un decreto della Repubblica Serenissima concesse ad Angelo Barovier il privilegio di essere l’unico ed esclusivo produttore di “vetro cristallino”. Fu l’inizio di una rivoluzione nella produzione e nel modo di vivere il vetro nella quotidianità. Riuscite a immaginare l’emozione di qualcuno che vede per la prima volta il colore del vino attraverso il bicchiere?

     

    Il vetro di Murano era trasparente solo nel colore neutro?

    No, Barovier ha trovato una tecnica per purificare il vetro ed è riuscito a raggiungere un alto livello di trasparenza anche nei vetri colorati. La mitica “Coppa Barovier” (1460), anche se è ancora dibattuto se realizzata da Angelo Barovier o da qualcun altro, è un magnifico esempio di coppa nuziale rinascimentale realizzata in vetro blu, pasta vitrea calcedonio e dipinta a mano con oro e smalti , raffigurante una sposa e uno sposo a cavallo e una fontana della giovinezza. Il Vetro di Murano era sicuramente pronto a varcare i confini della Repubblica di Venezia, in quanto molto apprezzato presso le Corti Europee e oltre. La sua fama brilla ancora oggi: è apparsa nel film Moonracker, dove lo stesso James Bond non è riuscito a salvare la coppa, durante un combattimento contro un samurai nel Museo del Vetro di Murano.

     

    Il nome di Angelo Barovier era famoso oltre i confini di Venezia?

    Si lo era. Essendo l’inventore del vetro cristallino trasparente e, presumibilmente, di molte altre tecniche come la “pasta di vetro calcedonio” (che imita l’effetto colorante delle pietre naturali), Angelo era un uomo di successo. Pensando a quanto tempo ci voleva per viaggiare da Venezia a Milano nel XV secolo, è piuttosto impressionante che Filarete (Antonio di Pietro Averlino) –  architetto dell’Ospedale Maggiore di Milano (Ca’ Granda) –  avesse sognato di avere la sua città ideale “Sforzinda”, dedicata al Duca di Milano Francesco Sforza, decorata con vetri di Angelo Barovier. Tuttavia, la città di Sforzinda è rimasta solo un sogno di carta.

     

    Angelo era l’unico maestro vetraio della sua famiglia?

    No, non era l’unico. Anche sua figlia Marietta ha avuto un ruolo molto importante nello sviluppo dell’arte del vetro, ma questa è un’altra storia e un’altra lettera: “M” come Marietta. Rimanete sintonizzati!

     

    Lorenzo Guglielmi (trad. Andrea Donà)

    foto di Andrea Donà

    Altri articoli della Muranologia:

    Capitolo 0: Vetro di Murano, tradizione o innovazione?

    Capitolo 1: Il glossario definitivo su Murano: Lettera M

    Capitolo 2: Muranologia – il primo glossario online su Murano: lettera A

    Capitolo 3: Muranologia – il primo glossario on-line su Murano: lettera B

    Capitolo 4: Muranologia – il primo glossario on line su murano: lettera C

    Capitolo 5: Muranologia – il primo glossario on line su Murano: Lettera C e D

    Capitolo 6: Muranologia – il primo glossario on line su Murano: Lettera E e F

Il Secondo Capitolo di Muranologia: lettera A

MURANOLOGIA – IL PRIMO GLOSSARIO ONLINE SU MURANO: LETTERA A

Muranologia – il primo glossario online su Murano: lettera A

Nell’ultimo post di Muranologia abbiamo deciso di iniziare in un modo abbastanza insolito, dalla lettera “M” come Murano, Murrina e Millefiori, ecc. Avremmo dovuto continuare con la lettera “U” seguita da R – A – N – O, ma alla fine ci siamo arresi: momentaneamente non ci viene in mente nessuna parola in “U”, a causa di questo clima freddo e umido. Quindi ricominciamo dalla lettera “A”, come “ampolla”, “ambra”, “ametista”, “arsenico”, “amore”, “avventurina”, “Abate Zanetti” e tante altre parole, più o meno affini al vetro, ma per noi uno dei nomi più rappresentativi che iniziano per “A” è Angelo Barovier.

 

Perché Angelo Barovier è un nome così importante?

Barovier&Toso, fondata nel 1295 e unita nel 1942 all’azienda “Vetrerie F.lli Toso”, è una delle più antiche fabbriche familiari al mondo! E Angelo Barovier sarà per sempre ricordato e celebrato come uno dei geni più importanti nel suo campo. La storia dell’arte vetraria nella Laguna di Venezia ha molte pagine, ma può essere divisa, in senso lato, in due capitoli principali: Murano prima e dopo Angelo Barovier. Angelo Barovier non è altro che l’uomo che ha scoperto il modo di rendere il vetro cristallino, trasparente! Non dobbiamo dimenticare che il vetro non colorato, al tempo dei romani, ad esempio, era sempre stato più o meno verdastro o giallastro, a causa delle impurità. L’accademico Angelo Carbone descrisse Angelo Barovier come “optimum artificem cristallinorum vasorum” (il miglior artigiano in un vaso cristallino). Accadde intorno all’anno 1450. Nel 1455 un decreto della Repubblica Serenissima concesse ad Angelo Barovier il privilegio di essere l’unico ed esclusivo produttore di “vetro cristallino”. Fu l’inizio di una rivoluzione nella produzione e nel modo di vivere il vetro nella quotidianità. Riuscite a immaginare l’emozione di qualcuno che vede per la prima volta il colore del vino attraverso il bicchiere?

 

Il vetro di Murano era trasparente solo nel colore neutro?

No, Barovier ha trovato una tecnica per purificare il vetro ed è riuscito a raggiungere un alto livello di trasparenza anche nei vetri colorati. La mitica “Coppa Barovier” (1460), anche se è ancora dibattuto se realizzata da Angelo Barovier o da qualcun altro, è un magnifico esempio di coppa nuziale rinascimentale realizzata in vetro blu, pasta vitrea calcedonio e dipinta a mano con oro e smalti , raffigurante una sposa e uno sposo a cavallo e una fontana della giovinezza. Il Vetro di Murano era sicuramente pronto a varcare i confini della Repubblica di Venezia, in quanto molto apprezzato presso le Corti Europee e oltre. La sua fama brilla ancora oggi: è apparsa nel film Moonracker, dove lo stesso James Bond non è riuscito a salvare la coppa, durante un combattimento contro un samurai nel Museo del Vetro di Murano.

 

Il nome di Angelo Barovier era famoso oltre i confini di Venezia?

Si lo era. Essendo l’inventore del vetro cristallino trasparente e, presumibilmente, di molte altre tecniche come la “pasta di vetro calcedonio” (che imita l’effetto colorante delle pietre naturali), Angelo era un uomo di successo. Pensando a quanto tempo ci voleva per viaggiare da Venezia a Milano nel XV secolo, è piuttosto impressionante che Filarete (Antonio di Pietro Averlino) –  architetto dell’Ospedale Maggiore di Milano (Ca’ Granda) –  avesse sognato di avere la sua città ideale “Sforzinda”, dedicata al Duca di Milano Francesco Sforza, decorata con vetri di Angelo Barovier. Tuttavia, la città di Sforzinda è rimasta solo un sogno di carta.

 

Angelo era l’unico maestro vetraio della sua famiglia?

No, non era l’unico. Anche sua figlia Marietta ha avuto un ruolo molto importante nello sviluppo dell’arte del vetro, ma questa è un’altra storia e un’altra lettera: “M” come Marietta. Rimanete sintonizzati!

 

Lorenzo Guglielmi (trad. Andrea Donà)

foto di Andrea Donà

Altri articoli della Muranologia:

Capitolo 0: Vetro di Murano, tradizione o innovazione?

Capitolo 1: Il glossario definitivo su Murano: Lettera M

Capitolo 2: Muranologia – il primo glossario online su Murano: lettera A

Capitolo 3: Muranologia – il primo glossario on-line su Murano: lettera B

Capitolo 4: Muranologia – il primo glossario on line su murano: lettera C

Capitolo 5: Muranologia – il primo glossario on line su Murano: Lettera C e D

Capitolo 6: Muranologia – il primo glossario on line su Murano: Lettera E e F


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